mercoledì 27 febbraio 2013

Plumcake o pan brioche?

Qualche giorno fa ho trovato la ricetta del buttermilk bread, non lo conoscevo prima e mi ha incuriosito per la velocità di preparazione, per l'estetica molto simile al pancarrè e per la presenza del buttermilk. Come suggerisce il nome mi aspettavo una sorta di pane a cassetta leggermente dolce - per intenderci, più o meno quello usato dagli americani per i sandwich - invece, più che un pane, mi sono ritrovata con un incrocio tra un plumcake delicatissimo e un pan brioche :/ Purtroppo non conosco quale dovrebbe essere il gusto e la consistenza originale ma di sicuro sarebbe un po' azzardato usarlo per i panini o come accompagnamento ai cibi salati.


Probabilmente io ho usato troppo zucchero? Una rapida ricerca sul web mi ha svelato che ne esistono svariate versioni, anche meno dolci o con l'aggiunta di spezie, erbe aromatiche, cipolla, frutta fresca o secca. Comunque sia, il buttermilk bread è un tipico cibo americano usato per accompagnare sia cibi dolci (frutta con panna, confettura, ecc.) che cibi salati (arrosti, barbecue, ecc.).

Oggi, nonostante la mia versione sia forse troppo zuccherata, ho deciso di pubblicare la ricetta perché in ogni caso, questa specie di plumcake o buttermilk-bread-dolce, è venuto una delizia, morbido e soffice come mai mi era capitato prima. Per la sua nota dolce, lo trovo perfetto a colazione, tagliato a fette, con marmellata o cioccolata.

E' indubbio che la differenza sulla consistenza la fa la presenza del buttermilk, ossia il latticello,che altro non è che il liquido di scarto successivo alla produzione del burro con la zangola. Sappiate però che in commercio è difficile trovare il vero latticello, infatti oggi è molto più semplice recuperare i surrogati realizzati aggiungendo al latte dei particolari batteri che attivano la fermentazione. Fondamentale è la sua acidità che permette una lievitazione migliore ai dolci, pane e pancakes; in America si usa anche per la marinatura delle carni (passaggio necessario nel caso del pollo fritto). In Italia è difficile da trovare ma se volete produrlo evitando di centrifugare la panna per creare il burro (qui Stella di Sale ci dà le istruzioni), potete emulsionare 1 parte di latte con 1 parte di yogurt naturale e un po' di succo di limone ... ovviamente questo non è latticello ma promette un risultato sul prodotto finale comunque molto valido. Se avete modo di farvi un giro nei paesi del nord Europa noterete quanto il latticello sia considerato una bevanda popolare, in effetti i benefici che ne trarrebbe la salute non sono pochi visto che, è ricco di minerali e vitamine, ripristina la flora batterica intestinale ed è ben tollerato anche da chi non digerisce il lattosio in quanto questo zucchero viene trasformato in acido lattico.

Fonti: http://www.unamericanaincucina.com/2011/11/buttermilk-latticello/
          http://it.wikipedia.org/wiki/Latticello


Latticello
Ora vi devo fare una confessione: per questo buttermilk bread non ho usato né il vero latticello, né il surrogato e nemmeno la miscela di latte, yogurt e limone ma bensì il siero ottenuto dal paneer (formaggio indiano) fatto l'altro giorno. A onor del vero ero convinta che fosse proprio questo "il latticello", poi informandomi, mi sono smentita. Il siero ha comunque un sacco utilizzi, qui potete trovarne qualcuno.

BUTTERMILK QUICK BREAD  (versione sbagliata)


Ingredienti

280 g farina 00
100 g zucchero semolato
1 1/2 cucchiaino di lievito in polvere per dolci
1/2 cucchiaino di bicarbonato di sodio
1 cucchiaino di sale
220 g latticello (io, siero del paneer)
1 uovo
60 g di olio di girasole

Attrezzatura:
frusta a mano
stampo da plumcake
2 terrine

Come si prepara

Preriscaldare il forno a 180°C.
Ungere con del burro e infarinare uno stampo da plumcake (il mio, da 30 cm).
In un contenitore mescolate farina, zucchero, lievito, bicarbonato e sale, nell'altro invece sbattete l'uovo con il latticello e successivamente versate l'olio, emulsionate ed unite gli ingredienti secchi. Amalgamate fino ad ottenere una pastella omogenea; versate questa nello stampo e cuocete per 45 minuti.
Sarà perfettamente cotto quando la superficie avrà assunto una colorazione dorata e inserendo nell'impasto uno stecchino, questo ne uscirà asciutto.
Lasciate riposare per 15 minuti prima di sformare.



lunedì 25 febbraio 2013

Peanuts butter cookies


Da un paio di settimane il mio weekend viene addolcito da un appuntamento fisso: i biscotti.
Li preparo la domenica e li consumiamo durante la settimana a colazione e secondo Lui, questi sono i più buoni che abbia mai fatto, ecco la ricetta  ;)

PEANUTS BUTTER COOKIES


Ingredienti per circa venti biscotti

1/2 tazza zucchero semolato
1/2 tazza zucchero di canna (più dell'altro per guarnire)
1/2 tazza di burro di arachidi salato
1/2 tazza  di burro a t.a.
1 1/4 tazza di farina 00
3/4 cucchiaino bicarbonato di sodio
1/2 cucchiaino lievito in polvere per dolci

Attrezzatura:
sbattitore elettrico
forchetta
terrina

Come si preparano

Preriscaldare il forno a 180°C
Sbattete i due zuccheri con il burro di arachidi e il burro tagliato a tocchetti fino a quando il composto assumerà una colorazione omogenea. Setacciate la farina con il lievito, il bicarbonato e il sale e unitela al preparato di arachidi. Impastate e dalla massa ricavate tante palline grosse come una noce e fate rotolate sullo zucchero di canna che avrete messo su un piatto. Disponete le palline sulla placca del forno, schiacciatele leggermente e incidete i rebbi di una forchetta al centro.
Cuocete in forno per 12 minuti e lasciateli raffreddare prima di toccarli altrimenti si sbricioleranno.



Con questi biscotti partecipo al contest "Biscotti senza forma" di Stefania






venerdì 22 febbraio 2013

Zuppa di verza e latte di soia

Sperimentare!


Verza e latte di soia, perché no? Mi sono ispirata ad una ricetta tratta dal libro Nobu West di Nobu Matsuhisa e Mark Edwards, già postata qui. In questo caso però, oltre ad usare la verza, ho omesso il dashi, il brodo infatti è dato semplicemente dall'infusione della verza nel latte di soia. Un abbinamento niente male, provatela, è velocissima ed oltre ad essere buona e leggera, è adatta a chi non tollera glutine ed il lattosio.

ZUPPA DI VERZA E LATTE DI SOIA


Ingredienti per due persone

1/4 di cavolo verza
1/2 cipollotto
500 ml latte di soia
olio di soia (o di riso)
sale
pepe nero macinato al momento

riso bollito (facoltativo)

Come si prepara

Mondare, lavare e tagliare a listarelle sottili le foglie di verza. Affettare anche il cipollotto e fatelo rosolare in due cucchiai di olio di soia. Unite la verza, mescolate e cuocere per 3 minuti rimestando spesso. Insaporite con un po' di sale e versate il latte di soia, portate il liquido a bollore e lasciate sobbollire per a fiamma dolce per 10 minuti. Spegnete, lasciate riposare la zuppa per 10 minuti con il coperchio. Mescolate e se serve regolate il sapore con ulteriore sale.
Servite in cocottine aggiungendo qualche cucchiaio di riso già bollito sul fondo (opzionale) e pepate.


Con questa zuppa partecipo - ancora :) - al contest Colors & Food di febbraio

mercoledì 20 febbraio 2013

Maki sushi di surimi e verza con salsa agropiccante al miele

Il contest di febbraio indetto da Cinzia e Valentina, mi piace troppo.

MAKI SUSHI DI SURIMI E VERZA CON SALSA AGROPICCANTE AL MIELE


Ingredienti per due persone

Per il sushi gohan (riso):
145 g riso per sushi (o riso originario, è necessario che i chicchi di riso siano piccoli e tondi)
200 ml acqua
1/8 bicchiere di aceto di riso (o di mela)
1/2 cucchiaino di zucchero semolato
1/4 cucchiaino di sale

Per i maki:
3 grandi foglie di verza
6 bastoncini di surimi

Per la salsa agropiccante al miele:
3 cucchiaini di olio di riso (o di soia)
2 fettine di peperoncino verde qualità jalapeno
1 cucchiaino di miele
1/2 cucchiaino pasta di acciuga
2 cucchiai di aceto di riso (o di mele)
1 tazzina da caffè di acqua
1/2 cucchiaino di amido di mais

Per accompagnare:
fettine di zenzero sotto aceto
pasta wasabi

Come si preparano


Sushi.
Sciacquate abbondantemente il riso muovendolo con le mani, fino a quando l'acqua di scolo sarà trasparente (operazione necessaria a togliere l'amido) e lasciate a bagno in acqua fredda per 15 minuti. Scolate il riso e aggiungetelo all' acqua che avrete preparato in una pentola, chiudete con il coperchio e portate ad ebollizione, abbassate la fiamma al minimo e cuocete per 15 minuti. Spegnete e lasciare riposare per 10 minuti, a questo punto, tra il coperchio e la pentola mettete un canovaccio pulito e aspettate ulteriori 10 minuti.
Nel frattempo in una piccola casseruola versate l'aceto, lo zucchero ed il sale, mescolare e scaldate senza che l'aceto raggiunga il bollore. Spegnete e tenete da parte.
Trasferite il riso in un contenitore basso e largo che non sia di metallo, (l'ideale sarebbe utilizzare l'hangiri, ossia il tipico recipiente circolare in legno di cipresso, studiato per agevolare l'operazione di raffreddamento e condimento del riso per sushi) e versate la miscela di aceto e zucchero sul riso, facendola prima scorrere sopra un cucchiaio o spatola di legno (se ce l'avete usate lo shamoji, la piccola spatola di legno e stondata, immancabile nelle cucine giapponesi). Adesso iniziate a sgranare il riso senza schiacciarlo, accellerando il raffreddamento sventagliandolo con un cartoncino o ventaglio.
Coprite ora il riso con un canovaccio umido per evitare che si asciughi troppo e iniziate a creare i maki.

Maki.
Sbollentate per due minuti le foglie di verza mondate e lavate, asciugatele e stendetene una sul makisu (l'apposito stuoino per il sushi). Bagnatevi le mani in acqua acidulata (acqua e aceto) e prelevate un po' di riso, stendetelo sulla superficie della foglia di verza cercando di creare per quanto possibile un rettangolo. Prendete ora i bastoncini di surimi e posizionateli al centro del riso: i surimi dovranno coprire tutta la lunghezza per cui, se serve aggiungetene un pezzo. A questo punto prendete l'estremità inferiore del makisu e facendo una leggera pressione, portatela verso l'alto arrotolando come per fare un involtino. Modellate il rotolo, scopritelo dal makisu e tagliate la verza in eccesso, trasferite il rotolo su un tagliere e proseguite con gli altri ingredienti. Adesso bagnate nell'acqua acidulata un coltello ben affilato e tagliate i rotoli in pezzi da 2.5 / 3 cm.


Salsa agropiccante al miele.
In un bicchiere stretto e alto mettere le fettine di peperoncino, il miele, l'olio e la pasta di acciuga e frullate con il mixer ad immersione, trasferite la miscela in un pentolino, versate l'aceto e scaldate a fiamma dolce. In una tazzina mescolate l'amido di mais con l'acqua e aggiungetela nel pentolino, fate sobbollire tutto per 5 minuti, spegnere e lasciate raffreddare.


Ultimazione e decorazione del piatto.
Servire i maki su un piano di legno, accompagnandoli con la salsa agropiccante, dello zenzero e del wasabi.


Con questa ricetta partecipo al contest mensile Colors & Food


e alla raccolta di Finger Food di Laura

lunedì 18 febbraio 2013

Ancora fusion: puntarelle in sfoglia di riso

Ancora fusion. La ricetta di oggi è nata pensando al piatto partecipante al Colors & Food di febbraio, che tra l'altro si fa sempre più impegnativo in quanto, oltre al colore prescelto, la ricetta in gara dovrà tener conto anche di un'altra caratterista. Se il mese scorso mi sono imbattuta in idee alquanto scevre, stavolta ho la testa brulicante di immagini, sensazioni e profumi immaginari e quindi ... che verde e fusion sia! :)

In questa preparazione troviamo il Vietnam, per la presenza dei fogli di carta di riso (bánh tráng), ed il Lazio, che ci regala le deliziose puntarelle tradizionalmente mangiate con le acciughe, ecco quindi da dove ho tratto l'idea per la salsa di accompagnamento.

Due parole sui bánh tráng: sono sottilissime cialde di riso originarie della cucina vietnamita ma diffusesi in gran parte dell'oriente a causa della diaspora vietnamita conseguita dopo la caduta di Saigon nel 1975. Sono ultilizzati per involtini o altri street food locali e vengono consumati secchi, fritti, al forno o semplicemente ammollati in acqua. Anche se la descrizione più comune è "fogli di carta di riso" è doveroso far notare che spesso i produttori sostituiscono in parte, o tutto, il riso con la tapioca, questo perché l'utilizizzo di quest'ultima, permette la realizzazione di un prodotto più leggero, più conservabile e soprattutto meno soggetto a rotture durante il trasposto. A seconda delle zone vengono chiamate in due maniere: bánh tráng a sud e, bánh đa nem nel Vietnam del nord. Ne esistono di varie forme, di varie consistenze e di vari tipi a seconda dell'ingrediente aromatico aggiunto:
  • Bánh tráng rế, con fagioli verdi, solitamente usati per i fritti
  • Bánh tráng me, con tapioca e semi di sesamo
  • Bánh tráng tôm me, con semi di sesamo e gamberetti secchi
  • Bánh tráng sữa, con l'aggiunta di latte
  • Bánh tráng chuối, aromatizzati alla banana
  • Bánh tráng dừa, con latte di cocco, zucchero e semi di sesamo
La prepazione bánh tráng classici è invece semplicemente a base di riso (o tapioca o una miscela di entrambi) acqua e sale.

Vi rammento che tutte le informazioni sui prodotti poco noti, utilizzati nelle mie ricette, potete trovarle nella  rubrica Those unknown ingredients, dateci un'occhiata ;)


PUNTARELLE IN SFOGLIA DI RISO


Ingredienti per due persone

Per gli involtini:
10 fogli di carta di riso (nei negozi di alimentari etnici, bánh tráng)
10 fette di arrosto di pollo (già pronte nel banco frigo nei negozi di alimentari)
1/2 cespo di puntarelle
1 cipollotto affettato fine
50 g germogli di broccolo (o di soia)
1/2 peperoncino rosso secco
olio extra vergine di oliva
sale

Per la salsa all' acciuga:
1 cucchiaino di pasta d'acciuga
1 cucchiaino di pasta tahine (pasta di semi di sesamo, attenzione a non prendere quella dolce)
3 cucchiai di acqua


Come si prepara

Involtini.
Iniziate preparando il ripieno, quindi mondate e  lavate le puntarelle (useremo le foglie più piccole e tenere). In una padella scaldate 2 cucchiai di olio e fate appassire il cipollotto, unite il peperoncino frantumato, le puntarelle e fate saltare per 2 minuti a fiamma viva. Regolate di sale, unite i  germogli di broccolo, mescolate gli ingredienti e spegnete.



Sul piano di lavoro stendete un foglio di carta di riso, precedentemente messo a bagno per due minuti in acqua, adagiate sulla prima metà, una fetta di arrosto di pollo e sopra un po' di puntarelle. Arrotolate l'involtino portando le estremità laterali verso l'interno prima di chiuderlo.
Continuate in questa maniera fino ad esaurimento degli ingredienti.


Salsa all'acciuga.
In una tazzina mescolate energicamente tutti gli ingredienti fino ad ottenere una salsa omogenea

Ultimazione e decorazione del piatto.
Su ogni piatto servire 3 involtini accompagnandoli con un po' di salsa.


Con questa ricetta partecipo al Colors & Food di febbraio: Cuisine fusion & Green color


venerdì 15 febbraio 2013

Zaeti al the matcha

I zaeti o zaléti sono dei biscotti tipici veneziani, di tradizione popolare. La ricetta veniva passata da famiglia a famiglia e per questo ne esistono varie versioni (con la buccia di limone, con l'uvetta messa a bagno nell'acqua, senza uova, ecc.) ma comunque, per essere chiamati tali, tra gli ingredienti non possono mancare farina di mais gialla, farina di grano e uvetta.

Questi biscotti sarebbero nati come dolce di carnevale insieme ai crostoli e alle frittelle ma presto, la loro produzione coprì tutto l'arco dell'anno; della loro diffusione si parla anche ne "La buona moglie" di Goldoni, che li cita come esempio di prodotto di scambio già nel 1749.

Con i zaeti al the matcha ho voluto creare una sorta di esperimento fusion ... ho voluto mescolare tradizioni veneziane con uno dei prodotti simbolo del Giappone, il the matcha. Ho quindi fatto diventare questi biscotti, che a conferma del nome devono essere gialli (zeati = gialletti), verdi: un'idea ostentata, vero? Avete ragione, però mi piaceva la visione onirica di avvicinare in qualche modo Venezia al Giappone, paese che restò sconosciuto anche al veneziano Marco Polo, sebbene nel suo "Il milione" venga scrupolosamente descritto.

ZAETI AL THE MATCHA


Ingredienti per circa 30 biscotti

100 g farina di mais gialla
100 g farina 00
60 g uvetta
100 g burro
60 g zucchero semolato
2 uova
1 cucchiaino di lievito per dolci
1 cucchiaino di the matcha in polvere
1 pizzico di sale


Come si preparano

Nella spianatoia setacciate la farina di mais con la farina 00, il lievito, il sale e il the matcha, unite il burro ammorbidito e l'uvetta fatta rinvenire in acqua, ed impastate. In una terrina sbattete le uova con lo zucchero fino ad ottenere il composto spumoso, unitele all'impasto che lavorate nuovamente fino a rendere la massa  omogenea e compatta (se serve, a seconda della consistenza, unite qualche cucchiaio di farina o latte). Avvolgete con da pellicola trasparente e trasferite in frigo per almeno mezz'ora; date ora all'impasto la forma di un filone con diametro di 5 cm e tagliatelo a fette spesse 1/2 cm. Depositate i biscotti sulla placca e cuoceteli per 15 minuti a 180° C.


Con questa ricetta partecipo al contest Biscotti senza forma di Stefania



giovedì 14 febbraio 2013

Il bento innamorato



Tra le vecchie foto ho trovato quelle del bento che l'anno scorso preparai in occasione della festa di S. Valentino. Non sono un amante di questa festa e infatti, non mi era mai capitato prima di preparare qualcosa a tema, ma volevo partecipare al costest indetto da Sayuri, il "BentoContest – special Valentine’s Day", nel quale i partecipanti dovevano cimentarsi in ricette ispirate alla festa di San Valentino da adattare al bento: il lunch-box giapponese spesso completo di hashi 箸(le tipiche bacchette per il cibo) e di contenitori per le salse.

E così, visto che la mia cucina quest'anno non vedrà né antipastini, né piattini e neanche biscottini, a forma di cuoricino, ho deciso di condividere con voi il lavoro dell'anno scorso.


Ecco come si sviluppava il mio "bento innamorato" (scusatemi per le foto: non sono brava adesso ma l'anno scorso ero davvero una frana ... sob!)                                                                                                           
  • incontro di Parboiled e Venere con granella di pistacchi, con involtini di salmone affumicato e verdure
  • cimette di cavolfiore al profumo d’arancia
  • tartare di avocado, peperoni e carote in cuore d’acciaio 
  • turbante di mandarancio e mirtilli ghiacciati, con cuore di pasta frolla salata e  gocce di cioccolato.
Il bento ha 2 ripiani: nel primo contenitore ho scelto di mettere il riso con gli involtini e le cimette di cavolfiore, nel secondo ripiano invece ho preparato la tartare di avocado ed il turbante di mandarancio, separando le due pietanze da un biscotto salato con gocce di cioccolato.

INCONTRO DI PARBOILED E VENERE CON GRANELLA DI PISTACCHI E INVOLTINI DI SALMONE AFFUMICATO CON VERDURE


Ingredienti

50g riso Parboiled
50g riso Venere
4 fette di salmone affumicato norvegese o scozzese
½ zucchina
½ peperone rosso
1 foglio di alga nori
pistacchi

Come si prepara

Il riso.
Sciacquare più volte i due tipi di riso con acqua fredda, mantenendoli separati, e versare in una pentola (che possa esser chiusa con coperchio) prima il riso bianco e sopra quello nero. Coprire con acqua fino a 1 mm sopra il livello del riso, chiudere la pentola con il coperchio e far cuocere a fiamma bassa fino a che l’acqua si sarà completamente assorbita. Spegnere e lasciare riposare il riso, con coperchio chiuso, per circa 5 minuti.

Gli involtini.
Nel frattempo preparate gli involtini arrotolando su ciascuna fetta di salmone alcuni “bastoncini” di zucchina e peperone che avrete precedentemente preparato tagliandole a julienne. Successivamente chiudete ogni involtino con un strisciolina di alga nori, inumidendola con poca acqua nella parte ruvida perché si possa attaccare.

Servire gli involtini sopra il riso sgranato, decorandoli con della granella di pistacchio ed accompagnandoli con della salsa di soia.
                  
CIMETTE DI CAVOLFIORE AL PROFUMO DI ARANCIA


Ingredienti

½ calvolfiore
1 arancia non trattata

Come si prepara

Separare le cimette del cavolfiore e sciacquarle in acqua fredda.
Con il rigalimoni creare dei riccioli con la buccia d’arancia e spremere succo. In una casseruola dove avrete messo anche il cavolfiore versare il succo d’arancia. Chiudere con il coperchio e cuocere per circa 10 minuti.

Servire le cimette di cavolfiore aromatizzate, decorate con la scorza d’arancia, accompagnandole con salsa di soia.

TARTARE DI AVOCADO, PEPERONI E CAROTE IN CUORE D'ACCIAIO


Ingredienti

1 avocado
1 carota
½  peperone rosso
olio extra vergine di oliva
sale
pepe

Come si prepara

Tagliare a cubetti l’avocado,la carota ed il peperone. Trasferire tutto in una ciotola e condire con olio, sale e pepe.
Presentare la tartare in un “cuore d’acciaio” (io ho usato un taglia-biscotto a forma di cuore, ma potete creare un cerchio con l’aiuto di un coppa-pasta o più semplicemente servirla in una piccola fondina di ceramica.
TURBANTE DI MANDARANCIO E MIRTILLI GHIACCIATI CON CUORE DI FROLLA SALATA E CIOCCOLATO

Ingredienti

Per circa 10/13 biscotti:
50 g farina 00
50 g farina gialla di mais
1 tuorlo
¼ cucchiaino di sale fino
50 g burro
½ manciata di gocce di cioccolato

Per il turbante di mandarancio:
2 mandaranci
1 manciata di mirtilli surgelati

Come si prepara

Biscotti salati.
Impastare le due farine con le gocce di cioccolato, il tuorlo, il sale e il burro lasciato a temperatura ambiente e tagliato a tocchetti. Lavorare bene l’impasto e lasciatelo riposare per 20 minuti in frigorifero. Successivamente stendere la pasta dello spessore di 1 cm e con il taglia-biscotti a forma di cuore, o della forma che preferite, preparate i biscotti. Disponeteli su una teglia da forno e cuoceteli per circa 10-12 minuti a 180 gradi.


Turbante di mandarancio
Sbucciare il mandarancio  privandolo accuratamente di tutti i filamenti  bianchi. Comporre il turbante disponendo ogni fettina per formare un cerchio, creando una torretta. Al centro disponete i mirtilli ancora ghiacciati.


Come decoro ho intagliato fettine di carota e peperone a forma di cuore che ho poi sparso sulla tavola.

Buon San Valentino!

lunedì 11 febbraio 2013

Per un mondo a colori

Amo Chioggia con i suoi ponti e le sue calli, fin da quando ero bambina ma solo il mese scorso, ho scoperto un luogo così coinvolgente che mi sono ripromessa di tornarci ogni mese. Questo è il luogo degli scambi, delle chiacchiere, delle urla, dei sorrisi, il luogo dove tutti sembrano conoscersi e dove tutti nutrono la stessa passione, parlo del mercato del pesce di Chioggia. Non sono mai stata in altri mercati simili e probabilmente in tutti si vive la stessa atmosfera, ma qui mi è sembrato di tornare piccina, incantata dinnanzi alla tanta gente, percepivo che ciascuno aveva qualcosa di speciale, qualcosa che catturava la mia attenzione e che volevo scoprire. Udivo il vociare lontano e cercando di captare i singoli discorsi, ho capito quanta passione c'è dietro a quei commercianti, ma prima di tutto pescatori, che ogni notte, escono con le loro imbarcazioni per pescare. I loro volti sono provati, segnati, d'altronde la loro vita è dedita ad un lavoro atavico, non banale né semplice, ma l'allegria che ho avvertito, le risate che ho sentito, gli occhi che ho visto, erano di persone vive, stravaganti e felici. Tutto questo è stato contagioso e dopo aver fatto un po' di spesucce, scambiato qualche chiacchiera con le persone locali dall'accento inconfondibile, me ne sono andata portando con me la sensazione gioiosa dello star bene.

Dopo questa introduzione non posso che pubblicare una ricetta che "sa di Chioggia" ... patate viola a parte ;)

MOSCARDINI CON PATATE ... per un mondo a  colori


Ingredienti per due persone

Per i moscardini:
2 moscardini già puliti (o polipetti, dipende da come li chiamate)
1/2 bicchiere di vino bianco
qualche grano di pepe nero
2 foglie di alloro
sale 
pepe
olio extra vergine di oliva

Per le patate:
200 g patate a pasta gialla
200 g patate a pasta viola
sale
pepe
olio extra vergine di oliva
prezzemolo fresco

Come si prepara

I moscardini.
Portate a bollore dell'acqua con il vino, i grani di pepe e le foglie di alloro, in una grande pentola e prima tuffarli, immergete nell'acqua i tentacoli di ciascuno moscardino per 3 volte, questo passaggio permette la classica arricciatura dei tentacoli. Immergete i moscardini e quando l'acqua riprende il bollore, abbassate la fiamma, coprite la pentola e cuoceteli fino a quando saranno teneri (pungendoli con la forchetta non dovranno fare resistenza). Quanto saranno cotti, spegnete il fuoco e se non li consumate subito, potete tranquillamente tenerli in un contenitore aperto con un po' della loro acqua di cottura, fino al momento di servirli.
Le patate.
Lavate e pelate le patate, tagliatele a pezzi e lessatele (dividendole su due pentole in base al colore) in acqua salata fino a quando saranno cotte. Scolatele, tagliatele a cubetti e conditele, insieme, con olio, sale, pepe e prezzemolo tritato.


Ultimazione e decorazione del piatto.
Riempite un coppapasta con le patate, comprimetele leggermente con il dorso di un cucchiaio e sformatele, a lato adagiate un moscardino e servite con un filo d'olio, sale e pepe.



Con questa ricetta partecipo al contest "Innamorati ... non solo a S. Valentino" di Laura


sabato 9 febbraio 2013

Coccola

Una coccola. Se dovessi descrivere questa zuppa con una parola, userei proprio "coccola". In questi giorni ho un gran bisogno di coccole, di sentirmi protetta e amata e ovviamente, anche quello che cucino non può che adattarsi al mio bisogno.

NEW ENGLAND CLAMS CHOWDER


Questa è una ricetta trovata su Giallo Zafferano, di versioni ne esistono parecchie ma comunque, in tutte, è previsto l'utilizzo delle vongole fresche, la mia è senza dubbio una versione più veloce e pratica ma credetemi che comunque gusterete una delle zuppe più buone che avete mai mangiato.

Pur essendo una delle zuppe più famose d'America, la zuppa di vongole del New England ha origini europee, per la precisione francesi e infatti in alcuni testi si legge che già nel XVI secolo i pescatori francesi cucinavo questa zuppa nei loro chaudières (calderoni), parola dalla quale trarrebbe origine il termine chowder. All'epoca le zuppe di pesce erano considerate dei piatti poveri, fatte con quello che il mare e la terra offriva giornalmente, più l'aggiunta di  qualche salume e dei crackers, i famosi oyster crackers che prenderebbero il nome dal fatto che venivano serviti in abbinamento ai piatti di ostriche o appunto alla clams chowder. Dalla Francia, alla Gran Bretagna e dalla Gran Bretagna all'America, le prime notizie della diffusione di questa zuppa nel suolo americano risalgono al 1732 ma solo un secolo dopo la New England clams chowder iniziò ad acquisire popolarità, questo grazie all'ottima qualità di molluschi disponibili.

Come scritto sopra, esistono differenti versioni di questa zuppa ma quella originale ammette esclusivamente l'aggiunta di latte o panna, pensate che nel 1939, un purista del Maine, dichiarò come illegale l'aggiunta di pomodoro nella zuppa di vongole.

Fonti: http://latuanewyork.com/documents/RECIPECLAMCHOWDER.pdf
       http://multiculturalcookingnetwork.com/recipes/item/1181-history-of-new-england-clam-chowder.html
       http://en.wikipedia.org/wiki/Oyster_cracker

Ingredienti per due persone

1/2 cipolla dorata
1 costa di sedano
1 barattolo da 200 g di vongole al naturale
100 g pancetta affumicata a cubetti
1/2 cucchiaino di aglio secco in polvere o uno spicchio di fresco
450 g patate
4 rametti di timo
2 foglie di alloro
sale
200 ml panna di cucina
100 ml latte intero
olio extra vergine di oliva
pepe nero

Come si prepara

Per prima cosa, pelate e tagliate le patate in piccoli cubetti di grandezza pressoché uguale.
In un piccolo tegame fate insaporire poco olio con l'aglio e versate il contenuto del barattolo di vongole, liquido di conservazione compreso. Fate scaldare per un minuto e con un colino filtrate il brodo che andrà tenuto da parte diviso dalle vongole (se avete usato l'aglio fresco eliminatelo).
In una casseruola di terracotta (o altra pentola) preparate un soffritto con la cipolla e il sedato tritati fini, quando la cipolla inizia ad imbiondire aggiungete la pancetta e cuocete rimestando per 2 minuti. Unite le patate, le foglioline di timo e l'alloro, salate e versate il brodo delle vongole. Coprite e cuocete fino a quando le patate saranno morbide.

Eliminate l'alloro, versate la panna e il latte e lasciate sobbollire per 2 minuti. Spegnete il fuoco e frullate tutto fino ad ottenere un composto cremoso, a questo punto potete unire le vongole, mescolate e servite su piccole cocotte con un filo d'olio e del pepe macinato al momento.


Con questa zuppa partecipo al contest mensile di Max, Un coccio al mese per 12 mesi









giovedì 7 febbraio 2013

E poi ti manca

Ti manca il suo sorriso
Ti manca la sua voce
Ti mancano le sue mani ruvide
Ti mancano le sue storie a volte buffe e a volte crude, ti mancano i suoi rimproveri
Ti mancano le sue espressioni dialettali e le sue esagerate preoccupazioni

Hai deciso di raggiungere mio nonno che tanto amavi, che tanto pensavi,
con lui se n'era andata una parte di te, ma tu eri forte e non hai smesso di guardare avanti nemmeno per un minuto, sapevi che la tua famiglia, la tua grande famiglia, aveva ancora bisogno di te.
Grazie, grazie per tutto quello che ci hai insegnato, per i valori che ci hai passato, per i sorrisi che ci hai regalato e per tutto quello che ancora volevi darci.

Ciao nonna.

Oggi mi sarebbe piaciuto pubblicare la ricetta della "sua torta", una torta povera, di tradizione contadina, semplice e buonissima ... vorrei però riuscire a farla perfetta, proprio come la faceva lei; ho bisogno perciò di qualche giorno per recuperare qualche consiglio e informazione, nel  frattempo vi lascio questa:

TORTA SPEZIATA ALLE MELE



Questa ricetta l'ho trovata sulla confezione dello zucchero a velo, io l'ho adattata alle mie esigenze eliminando le uova che non posso mangiare, è venuta davvero buona.

Ingredienti (per una torta di diametro 24 cm)

Per la base alla cannella:
150 g burro a temperatura ambiente
150 g zucchero a velo
300 g farina
1 cucchiaino di cannella in polvere
1 pizzico di sale
latte caldo

Per il ripieno di mele:
5 mele medie
1 cucchiaino di cannella
1 cucchiaino di noce moscata in polvere
1 cucchiaino di zenzero secco in polvere
100 g di zucchero di canna
succo di un limone

miele per la decorazione


Come si prepara

Base alla cannella.
In una terrina lavorate il burro con lo zucchero a velo fino a farlo diventare una sorta di pomata, aggiungete la cannella in polvere, il pizzico di sale e mescolate. Unite la farina ed impastate aiutandovi versando a filo e poco alla volta, il latte caldo, fino ad ottenere un composto elestico. Avvolgete l'impasto nella pellicola trasparente e riponete in frigo per almeno mezz'ora.

Ripieno alle mele.
Dopo aver lavato e sbucciato le mele, tagliatele a cubetti e bagnatele con il succo di limone per non farle annerire, unite poi la miscela di spezie e lo zucchero, mescolate.

Ultimazione e decorazione della torta.
Dividete in due l'impasto e con il matterello stendetene una parte in una sfoglia dello spessore di 3-4 mm; con questa rivestite la tortiera imburrata e infarinata (io uso la farina di mais), bucherellate il fondo e farcite l'interno con il ripieno di mele preparato.
Stendete ora la parte rimanente di impasto ed utilizzatelo per coprire la torta. Con gli avanzi di pasta potete ricavare delle decorazioni con cui rivestire la superficie (foglie, fiori, campanelle, ecc.)
Bagnate con una miscela di miele e acqua le eventuali decorazioni e cuocete la torta in forno a 180°C per 40 minuti, prima di sformare lasciatela intiepidire.

Io l'ho servita con della crema alla vaniglia.


venerdì 1 febbraio 2013

Vermicelli di riso con broccolo e finferli

Inutile dire che i vermicelli di riso evocano l'oriente ma, lo so, il piatto condito con broccolo e finferli, somiglia forse più ad una ricetta scopiazzata da qualche trattoria dei colli asolani. L'intento era quello di proporre un piatto etnico ma mi sentivo limitata sugli abbinamenti anche se, per onor del vero, ho una dispensa riservata esclusivamente agli alimenti etnici che uso solo quando conosco le origini ed il perfetto procedimento, della ricetta prefissata. Quando si tratta di cultura culinaria estera infatti, mi piace andare a fondo, capire le tradizioni e gli usi con cui "contornare" il piatto. A mio avviso solo in questa maniera si può mangiare in "maniera completa", con coscienza e conoscenza.

Lo stesso ovviamente vale quando si tratta di preparare pietanze simbolo della gastronomia italiana.

Per il resto, se non ho  una ricetta da seguire e tempo a disposizione, cucino seguendo l'intuito e la creatività, questo piatto è l'ultimo frutto ... fusion:

VERMICELLI DI RISO CON BROCCOLO E FINFERLI


Ingredienti per due persone

100 g vermicelli di riso
200 g broccolo verde
100 g finferli (i miei già cotti e congelati) o se secchi 50 g
1/4 cipolla dorata
1 cipollotto
olio extra vergine di oliva
1/2 peperoncino secco
pepe nero
sale

Come si prepara

Per prima cosa mettete in ammollo i vermicelli di riso, facendo questa operazione non ci sarà bisogno di cottura ma sarà sufficiente saltarli in padella con il sugo e quindi rimarranno al dente.

In una casseruola rosolate la cipolla tritata e fateci insaporire per cinque minuti i finferli scongelati; se utilizzate invece i funghi secchi dovrete prima metterli, per almeno mezz'ora, in acqua fredda e poi cuocerli, sempre con un soffritto di cipolla, fino a quando saranno teneri.

In una padella bassa e larga scaldate un cucchiaio di olio e fate appassire il cipollotto che avrete in precedenza tagliato a rondelle sottili, la base, e a listarelle, le foglie. Unite poi il peperoncino spezzettato e le cimette di broccolo che farete saltare per due minuti a fiamma viva; abbassate la fiamma e continuate la cottura fino a quando le cimette saranno cotte ma al dente, aggiungendo poca acqua quando serve. Insaporite con sale e pepe a piacere ed unite i finferli, mescolate e saltate di nuovo tutto per due minuti. A questo punto scolate i vermicelli di riso ed aggiungeteli alle verdure, spadellate per qualche minuto utilizzando se necessario qualche cucchiaio d'acqua per ammorbidire.

Servire con un filo d'olio extra vergine di oliva e del pepe macinato al mulinello.


Con questa ricetta partecipo alla raccolta di Mile, "Ci rimettiamo in forma?"